Open Food Facts: mangiare meglio con Python (2)

Il nutriscore mette a confronto prodotti che appartengono alla stessa categoria, come ad esempio biscotti, lattine di cola, marmellate, cioccolata. Aspetto, questo, non facile da comprendere a una prima occhiata e che a volte crea molta confusione.

Mangiare Meglio

E’ davvero difficile immaginare un mondo senza codici a barre, nel 1948 l’idea si era sviluppata negli Stati Uniti diventando fattibile solo verso gli anni ’70 e utilizzata principalmente nei supermercati. Oggi ci basta scansionare il codice a barre di un prodotto per conoscerne caratteristiche nutrizionali, l’impronta ecologica, la presenza di additivi.

Nell’articolo precedente abbiamo scritto la classe per poter utilizzare il database collaborativo Open Food Facts per cercare i prodotti alimentari partendo dal loro codice a barre, nel mio caso utilizzeremo  80135463 che è quellao della Nutella che compro al Carrefour .

In “Barcellona, dove fare la spesa?Carrefour e NutriScore”  siamo partiti dalla tabella nutrizionale della Nutella a calcolare il nutriscore in base alla presenza di elementi favorevoli (punti A) e quelli sfavorevoli (punti C) per 100 grammi di prodotto:

Ritroviamo i valori delle caratteristiche nutrizionali:

Sappiamo già che la Nutella ha un punteggio di 23 che rientra nel range fra i 19 e 40 punti, dove ci sono i prodotti alimentari a cui viene applicata l’etichetta rossa E, valore che ritroviamo:

Ecoscore: impatto ambientale

All’inizio gennaio 2021, in Francia è stato lanciato l’eco-score con lo scopo di informare i consumatori sull’impatto ambientale di un prodotto e incoraggiare le aziende a ridurlo.
L’ecoscore è il corrispettivo ambientale del nutriscore, utilizzando la stessa classificazione con lettere che vanno dalla A alla E e associa i colori a ciascuna di esse, che vanno dal verde al rosso.
L’impatto ambientale viene calcolato con un punteggio su scala logaritmica, che poi viene normalizzato in uno da zero a 100 per facilitarne la lettura.
I prodotti con un puntenggio più alto fra 80-100 ricevono una A (verde scuro), 60-80 ricevono una B (verde chiaro), 40-60 ricevono una C (gialla), 20-40 una D (arancione), 0-20 ricevono una E (rosso).

Come funziona?

Questa volta al posto degli aspetti nutrizionali, ad essere valutato è il ciclo di vita (Life Cycle Assessment, LCA) di un prodotto: dal sistema di produzione, all’imballaggio, passando per l’impatto sulla biodiversità. Per l’assegnamento dei colori viene utilizzato il database del programma Agribalyse dell’Ademe, che nella sua versione pubblicata nel 2020 comprendeva LCA per 2500 prodotti agro-alimentari prodotti e/o consumati in Francia.L’ecoscore è nato con il supporto dell’Agenzia francese per la transizione ecologica (Ademe), da associazioni come il WWF, Greenpeace e Zerowaste. Inoltre hanno partecipato lo studio di consulenza ambientale ECO2 Initiative, Open Food Facts e Yuka.

L’ecoscore si può già trovare sull’app Yuka o su Open Food Facts come possiamo vedere dall’impatto della Nutella sull’ambiente:

Novascore: la trasformazione del cibo

Nel 2009 per valutare il livello di trasformazione degli alimenti venne proposta la classificazione novascore che suddivide gli alimenti in quattro categorie in base al loro grado di elaborazione industriale.

Nella prima categoria nova-1 ci sono gli alimenti non processati come derivati dalle piante (sementi, frutte, foglie, leguminose, radici) o dagli animali (muscoli, frattaglie, uova, latte), ma anche funghi, alghe. Invece nella categoria nova-2 ci sono gli ingredienti che utilizziamo comunemente in cucina (olio, burro, zucchero e sale). Ingredienti che fanno quindi parte del primo gruppo, ma che hanno subito un processo di lavorazione come pressatura,  rifinitura, tritatura, la macinatura e l’essiccazione.
Nel terzo gruppo ci sono i cibi processati (verdure in bottiglia, pesce in scatola, formaggi e pani freschi) fatti aggiungendo sale, olio, zucchero o altre sostanze dal secondo gruppo 2 agli alimenti del primo gruppo.
Nell’ultima categoria nova-4 ci sono i cibi ultra processati (bevande gasate, dolci, snacks, prodotti di carne, pasti congelati precotti) che sono stati ottenuti in parte o interamente da sostanze derivate da additivi (ad esempio: coloranti, addolcenti che non siano zucchero) , quindi con l’utilizzo di pochi alimenti del gruppo nova-1.

Come funziona?

Come funziona quindi la classificazione? Se mangiamo un frutto come una mela ne assimiliamo tutti i suoi nutrienti, se invece vi aggiungiamo dello zucchero, ingrediente facente parte della seconda categoria, diventa un alimento della terza categoria perché le sue proprietà sono state modificate. Se volessimo invece mangiare una torta di mele industriale, è molto probabile che rientri nella quarta categoria per la presenza di additivi per la conservazione e l’appetibilità del prodotto.
Se riprendiamo l’esempio della Nutella, che è una crema spalmabile alle nocciole, vediamo come faccia parte del gruppo nova-4:

E adesso?

Nutriscore e novascore prendono in considerazione due dimensioni complementari e non contraddittorie nell’analisi degli alimenti come le caratteristiche nutrizionali ed i processi di trasformazione.
Nel 2020 analizzando 220.522 prodotti francesi dal database di OFF è emerso che il 79% degli alimenti ultra processati venica classificato nelle categorie C, D ed E del nutriscore. Solo l’8% invece era classificato come A e il 13% come B. Questo significa che non sempre un processo di lavorazione corrisponda a un giudizio negativo del nutriscore e viceversa.
Serge Hercberg ha proposto di utilizzare un bordo nero intorno al logo del nutriscore per identificare facilmente gli alimenti della categoria nova-4 e di affiancarvi il simbolo degli alimenti biologici.

Pertanto  all’interno dei prodotti nova-4 il nutriscore permette al consumatore di distinguerne la qualità nutrizionale che è fondamentale in termini di impatto sulla salute.

Sitografia

[1] Beniamino Bonardi, Francia, scelta l’etichetta nutrizionale semplificata. Il ministro della Sanità indica il logo a cinque colori e cinque lettere, Il Fatto alimentare, 20/03/2017
[2] Beniamino Bonardi, Etichette nutrizionali: uno studio indica come influenzano la scelta delle porzioni. La proposta dell’industria alimentare risulta la peggiore, Il Fatto alimentare, 17/09/2018
[3] Giulia Crepaldi, Nutri-Score: anche la Spagna adotta l’etichetta a semaforo francese. L’annuncio della Ministra della salute: “Stiamo considerando una sugar tax”, Il Fatto alimentare, Il Fatto alimentare, 14/11/2018
[4] Elena Mattioli, Etichette nutrizionali: Nutri-Score vince ovunque. La classifica di uno studio sperimentale svolto in 12 Paesi del mondo, 26/11/2018
[5] Walter Ricciardi, Nutri-Score: perché non dobbiamo averne paura, Scienza In Rete, 2019
[6] Nutriscore , Misunderstandings and fake news about Nutri-Score. How to try to destabilize a disturbing public health tool…?, Blog, 2019
[7] Giulia Crepaldi, Il Belgio adotta ufficialmente il Nutri-Score dal 1° aprile 2019. Contraria l’associazione delle industrie alimentari, Il Fatto alimentare, 17/04/2019
[8] Giulia Crepaldi, Anche i Paesi Bassi scelgono il Nutri-Score: in etichetta dal 2021. Ma prima dovrà essere adattato alle linee guida olandesi, Il Fatto alimentare, 4/12/2019
[9] , Come funziona il Nutri-Score e perché il parmigiano non è peggiore della Coca-Cola, Wired, 14/01/2020
[10] Giulia Crepaldi, Il Nutri-Score è arrivato in Germania. L’etichetta a semaforo è diventata ufficiale, Il Fatto alimentare, 16/11/2020
[11] Giulia Crepaldi, Nutri-Score, paesi a confronto: l’etichetta francese è uno strumento efficace ovunque. Un aiuto ai consumatori di tutta Europa, Il Fatto alimentare, 2020
[12] Redazione, Il Nutri-Score per l’olio d’oliva promosso dai consumatori: lo conferma una ricerca francese, Il Fatto alimentare, 2021
[13] Roberto La Pira, Nutri-Score: più di 800 scienziati, nutrizionisti e medici francesi si schierano a favore dell’etichetta a semaforo. L’Italia industriale dice no, Il Fatto alimentare, 15/12/2021