Open Food Facts: mangiare meglio con Python

L’interesse crescente per apps come Yuka riflette un bisogno di trasparenza da parte dei consumatori che vogliono sapere di più sugli alimenti che acquistano e mangiano. Sul fronte alimentare oltre Yuka c’è il progetto collaborativo Open Food Facts per facilitare la comprensione delle etichette alimentari come sostenuto dal suo fondatore Stéphane Gigandet in un’intervista per il sito  “La Croix” (2014):

Oggi si fa molta attenzione a quello che mangiamo, senza però sapere realmente decriptare le etichette dei prodotti che compriamo ogni giorno, infatti spesso non capiamo niente delle tabelle nutrizionali scritte sulle etichette.

Gigandet è inoltre l’ideatore di numerosi blog legati al cibo come Recettes de Cuisine e Very Good Recipes, e di progetti come Manger Bloguer e Informations Nutritionnelles.

Open Food Facts

Nel maggio del 2012 Gigandet per l’occasione della giornata mondiale “Food revolution” lancia ufficialmete il progetto Open Food Facts (OFF) con la consapevolezza che il cibo ha un impatto sulla nostra salute e su quella del pianeta.

OFF è un database che raccoglie i dati nutrizionali delle etichette dei prodotti alimentari che compriamo al supermercato, per Gigandet questi dati devono essere gratuiti e riutilizzabili da tutti. Secondo i principi dell’open data tutti possono contribuire al progetto, insiste Stéphane Gigandet, la prima cosa da fare è inserire la composizione dei prodotti alimentari utilizzando l’app per Android o per iPhone.

Open Food con Python

Nel 2013 Serge Hercberg, presidente del équipe di ricerca in epidemiologia nutrizionale (EREN), stava sviluppando per il Ministero della Salute franceseun punteggio del valore nutrizionale degli alimenti con l’intento di fornire un’informazione visiva “comprensibile a tutti con un solo colpo d’occhio” . 
Il nutriscore, come ribadito più volte da Serge Hercberg , “attribuisce dei punti su una base puramente scientifica”, relativa ai valori nutrizionali dell’alimento. A gennaio del 2014 il sistema è stato proposto ufficialmente in Francia ricevendo forti critiche da parte delle aziende agro-alimentari, nonostante il punteggio abbia una solida base scientifica.
Nel 2018 “Santé publique France”, l’agenzia che dipende dal ministero della salute francese, ha annunciato una collaborazione con l’associazione Open Food Facts con l’obiettivo di diffondere l’utilizzo del nutriscore

L’équipe di ricerca di Hercberg ha così passato il sistema di calcolo del nutriscore all’associazione, che possiamo ottenere utilizzando la libreria ufficiale:

Purtroppo quando ho usato la libreria aveva dei problemi con il certificato dell’endpoint (in http), quindi ho preferito scrivere il mio di servizio utilizzando come endpoint:

Iniziamo importando le librerie di cui abbiamo bisogno ed il datamodel per il prodotto alimentare:

Scriviamo una classe con due metodi: il primo per cercare con il codice a barre il prodotto alimentare ed il secondo per ottenerne le informazioni, parsando la response con il nostro datamodel FoodProduct.

Food Product: Datamodel

Quali dati esporre nella nostra API? Dall’app mobile per Android possiamo vedere che Openfoodfacts ha una sezione dedicata ai nutrimenti del prodotto, alla presenza di allergeni o di etichette (bio, senza glutine, vegano , etc).  Inoltre assieme al nutriscore abbiamo altri punteggi come l’ecoscore per l’impronta ecologica o il novascore per capire quale sia il livello di lavorazione degli alimenti.

 

Sitografia

[1] Beniamino Bonardi, Francia, scelta l’etichetta nutrizionale semplificata. Il ministro della Sanità indica il logo a cinque colori e cinque lettere, Il Fatto alimentare, 20/03/2017
[2] Beniamino Bonardi, Etichette nutrizionali: uno studio indica come influenzano la scelta delle porzioni. La proposta dell’industria alimentare risulta la peggiore, Il Fatto alimentare, 17/09/2018
[3] Giulia Crepaldi, Nutri-Score: anche la Spagna adotta l’etichetta a semaforo francese. L’annuncio della Ministra della salute: “Stiamo considerando una sugar tax”, Il Fatto alimentare, Il Fatto alimentare, 14/11/2018
[4] Elena Mattioli, Etichette nutrizionali: Nutri-Score vince ovunque. La classifica di uno studio sperimentale svolto in 12 Paesi del mondo, 26/11/2018
[5] Walter Ricciardi, Nutri-Score: perché non dobbiamo averne paura, Scienza In Rete, 2019
[6] Nutriscore , Misunderstandings and fake news about Nutri-Score. How to try to destabilize a disturbing public health tool…?, Blog, 2019
[7] Giulia Crepaldi, Il Belgio adotta ufficialmente il Nutri-Score dal 1° aprile 2019. Contraria l’associazione delle industrie alimentari, Il Fatto alimentare, 17/04/2019
[8] Giulia Crepaldi, Anche i Paesi Bassi scelgono il Nutri-Score: in etichetta dal 2021. Ma prima dovrà essere adattato alle linee guida olandesi, Il Fatto alimentare, 4/12/2019
[9] , Come funziona il Nutri-Score e perché il parmigiano non è peggiore della Coca-Cola, Wired, 14/01/2020
[10] Giulia Crepaldi, Il Nutri-Score è arrivato in Germania. L’etichetta a semaforo è diventata ufficiale, Il Fatto alimentare, 16/11/2020
[11] Giulia Crepaldi, Nutri-Score, paesi a confronto: l’etichetta francese è uno strumento efficace ovunque. Un aiuto ai consumatori di tutta Europa, Il Fatto alimentare, 2020
[12] Redazione, Il Nutri-Score per l’olio d’oliva promosso dai consumatori: lo conferma una ricerca francese, Il Fatto alimentare, 2021
[13] Roberto La Pira, Nutri-Score: più di 800 scienziati, nutrizionisti e medici francesi si schierano a favore dell’etichetta a semaforo. L’Italia industriale dice no, Il Fatto alimentare, 15/12/2021