Barcellona, dove fare la spesa?Carrefour e NutriScore

Il gruppo Carrefour è uno dei più grandi rivenditori francesi con una rete di supermercati in tutta Europa, tra cui la Spagna.
Mi capita così di andare spesso a fare la spesa all’ipermercato di Glòries che mi risulta facile da raggiungere a piedi da Poblenou. Tra gli scaffali non è sempre facile distinguere fra gli alimenti sani e meno sani, ma con l’aiuto del nutriscore è più facile comprenderne la qualità nutrizionale.

NutriScore

Nel 2013 Serge Hercberg, presidente del équipe di ricerca in epidemiologia nutrizionale (EREN), stava sviluppando per il Ministero della Salute francese un punteggio del valore nutrizionale degli alimenti con l’intento di fornire un’informazione visiva “comprensibile a tutti con un solo colpo d’occhio” . 

Il NutriScore si basa in parte sull’algoritmo creato nel 2005 dalla Food Standards Agency, l’agenzia alimentare nel Regno Unito, ed è stato presentato in un rapporto del 2013 dal titolo: “Proposte per un nuovo impulso alla politica nutrizionale della salute pubblica francese nel quadro della strategia sanitaria nutrizionale”  (leggi pdf).
A gennaio del 2014 il sistema è stato proposto ufficialmente in Francia ricevendo forti critiche da parte delle aziende agro-alimentari, nonostante il punteggio abbia una base scientifica molto solida con molto pubblicazioni sottoposte a peer review. In Europa ci sono già diversi Paesi che hanno aderito al NutriScore come Spagna nel 2018, Belgio nel 2019, Germania nel 2020, Lussemburgo, Svizzera, e Paesi Bassi nel 2021.
Serge Hercberg ha ribadito che il nutriscore “attribuisce dei punti su una base puramente scientifica”, relativa ai valori nutrizionali dell’alimento “non fa differenze di trattamento sulla base della nazionalità del prodotto in esame”.

Come si calcola?

Considerando 100 gr di un prodotto alimentare o 100 ml per le bevande l’algoritmo del NutriScore ne calcola il punteggio in base alla presenza di elementi favorevoli (punti di tipo A) come proteine, fibre, legumi, frutta e verdure, e quelli sfavorevoli (punti di tipo C) che causano problemi di obesità, diabete o malattie cardiache come calorie, zuccheri (g), sodio (mg) e acidi grassi saturi (g).

Ad ogni elemento sfavorevole viene assegnato un punteggio da 0 a 10 per un massimo di 40 punti, invece per ogni favorevole un punteggio da 0 a 5 per un massimo di 15 punti.
Il passaggio successivo dell’algoritmo è quello di calcolare il punteggio finale utilizzando un albero decisionale:

L’algoritmo cambia leggermente a seconda del tipo di prodotto considerato: per le bevande, per i formaggi, per i prodotti molto grassi, come gli oli, e un quarto per il resto dei cibi.

Come si legge?

Il punteggio finale si ottiene così dal computo degli elementi sfavorevoli (che si sommano) e di quelli favorevoli (che si sottraggono). A seconda del punteggio ottenuto, il prodotto viene classificato assegnandovi un colore e una lettera:

Il nutriscore si presenta così come un semaforo con punteggi molto bassi per gli alimenti sani che rientrano nella categoria A (verde), mentre quelli meno sani con i punteggi più alti nella categoria E (rosso).

È facile mangiare meglio

Il NutriScore non mette sullo stesso piano alimenti diversi, mette a confronto prodotti alimentari appartenenti alla stessa categoria, come ad esempio biscotti, lattine di cola, marmellate. Aspetto, questo, non facile da comprendere a una prima occhiata e che a volte crea confusione nel consumatore.

Pane e Nutella

Alla mattina mi capita spesso di fare colazione con la Nutella, famosa crema spalmabile di cacao e nocciole.
La tabella nutrizionale della Nutella dichiara 2.252 kj/kcal ogni 100 grammi quindi il valore è maggiore di 2010 kj/kcal per un totale di 6 punti, 10.6 grammi di grassi saturi sono 10 punti, 56.3 grammi di zuccheri sono 10 punti e 0.107 grammi di sale sono 0 punti. In totale abbiamo 26 punti di tipologia A.

Adesso guardiamo la tabella di frutta e verdura, sappiamo che la Nutella contiene noci, ma non viene specificata la percentuale per 100 grammi, ma è molto probabile non superi il 40%.
Il punteggio potrebbe essere di 0 punti per le fibre perché non è dettagliato e per le proteine 6.3 grammi che sono 3 punti. Abbiamo così 3 punti di tipologia C.

Seguendo l’albero decisionale sappiamo che se i punti A sono maggiori di 11 ed i punti C minori di 5, dobbiamo sottrarre questi 3 punti dai 26 ottenendo così il punteggio finale sarà di 23 punti.

Secondo l’algoritmo del NutriScore siamo nel range fra i 19-40 punti, quindi la confezione dovrebbe mostare il colore rosso della categoria E.

Olio di oliva, formaggi e salumi

Il consumatore deve essere in grado di confrontare la qualità nutrizionale di alimenti equiparabili, in modo da poterli sostituire nelle proprie scelte di consumo. Ed è proprio questo il senso di Nutri-Score: se si vuole scegliere un olio, grazie al punteggio Nutri-Score si vedrà che l’olio d’oliva è il più alto nella classifica.

L’olio d’oliva, alla base della dieta meditteranea,  viene classificato con il miglior punteggio possibile tra gli oli vegetali, nella categoria C, ed è quindi migliore dell’olio di soia, girasole e mais, classificati in D, e dell’olio di cocco e di palma e burro, nella categoria E.
Nella maggior parte dei casi i formaggi ed i salumi, che siano di origine italiana o di altri paesi europei, sono classificati nelle categorie D ed E per via della quantità di grassi saturi e di sale. Nonostante il contenuto “possono perfettamente essere consumati nel quadro di un’alimentazione equilibrata”, “in quantità e frequenza limitate, coerentemente con i princìpi della dieta mediterranea”.

Sitografia

[1] Beniamino Bonardi, Francia, scelta l’etichetta nutrizionale semplificata. Il ministro della Sanità indica il logo a cinque colori e cinque lettere, Il Fatto alimentare, 20/03/2017
[2] Beniamino Bonardi, Etichette nutrizionali: uno studio indica come influenzano la scelta delle porzioni. La proposta dell’industria alimentare risulta la peggiore, Il Fatto alimentare, 17/09/2018
[3] Giulia Crepaldi, Nutri-Score: anche la Spagna adotta l’etichetta a semaforo francese. L’annuncio della Ministra della salute: “Stiamo considerando una sugar tax”, Il Fatto alimentare, Il Fatto alimentare, 14/11/2018
[4] Elena Mattioli, Etichette nutrizionali: Nutri-Score vince ovunque. La classifica di uno studio sperimentale svolto in 12 Paesi del mondo, 26/11/2018
[5] Walter Ricciardi, Nutri-Score: perché non dobbiamo averne paura, Scienza In Rete, 2019
[6] Nutriscore , Misunderstandings and fake news about Nutri-Score. How to try to destabilize a disturbing public health tool…?, Blog, 2019
[7] Giulia Crepaldi, Il Belgio adotta ufficialmente il Nutri-Score dal 1° aprile 2019. Contraria l’associazione delle industrie alimentari, Il Fatto alimentare, 17/04/2019
[8] Giulia Crepaldi, Anche i Paesi Bassi scelgono il Nutri-Score: in etichetta dal 2021. Ma prima dovrà essere adattato alle linee guida olandesi, Il Fatto alimentare, 4/12/2019
[9] , Come funziona il Nutri-Score e perché il parmigiano non è peggiore della Coca-Cola, Wired, 14/01/2020
[10] Giulia Crepaldi, Il Nutri-Score è arrivato in Germania. L’etichetta a semaforo è diventata ufficiale, Il Fatto alimentare, 16/11/2020
[11] Giulia Crepaldi, Nutri-Score, paesi a confronto: l’etichetta francese è uno strumento efficace ovunque. Un aiuto ai consumatori di tutta Europa, Il Fatto alimentare, 2020
[12] Redazione, Il Nutri-Score per l’olio d’oliva promosso dai consumatori: lo conferma una ricerca francese, Il Fatto alimentare, 2021
[13] Roberto La Pira, Nutri-Score: più di 800 scienziati, nutrizionisti e medici francesi si schierano a favore dell’etichetta a semaforo. L’Italia industriale dice no, Il Fatto alimentare, 15/12/2021