I teorici degli “atti linguistici”, come John Austin (1911-1960), John Searle, Paul Grice (1913-1918) e Ludwig Wittgenstein (1889-1951) spostarono l’attenzione della filosofia del linguaggio dallo “studio del significato delle parole” all’uso che ne facciamo
(“Come fare cose con le parole”, 2015). In ogni scambio linguistico i partecipanti non intervengono casualmente, ma sembrano seguire una serie di regole ben precise, volte a rispettare quello che Paul Grice chiamò principio di cooperazione:
conforma il tuo contributo conversazionale a quanto è richiesto, nel momento in cui
avviene, dall’intento comune accettato o dalla direzione dello scambio verbale in cui sei impegnato
Come dichiarato dal linguista Paul Grice i partecipanti a una conversazione cooperano per raggiungere fini reciproci di conversazione.
Le VUI sono cooperative perché le conversazioni sono collaborative ed è per questo che l’utente deve comprendere che cosa può dire in modo da spostare l’interazione al passo successivo.
Dobbiamo quindi evitare richieste generiche o confuse come:
Ciao a tutti, come posso aiutarvi?
Gli utenti senza un chiaro invito all’azione (CTA, Call to Action) saranno confusi e certamente non utilizzeranno più la skill. In caso l’utente si senta smarrito possiamo inserire un esempio di interazione nel help-intent, qualcosa come:
Chiedimi, dove è il miglior albergo a Bogotà
Una buona interfaccia grafica (GUI) presenta un percorso coerente ogni volta che gli utenti possono abitualmente eseguire l’attività e raggiungere lo stesso obiettivo ogni volta in un tempo minimo.
Le GUI sono dichiarative e non cooperative
Interazioni vocali devono offrire un’esperienza top-level, senza la necessità che l’utente impari l’architettura dell’informazione della skill.
Sitografia
[1] Justin Jeffress, Getting Started with the Cake Walk Course: Designing the Voice User Interface (VUI) for Your Alexa Skill, 04/06/2019
Personal site
[1] “Bot design: come fare cose con le parole in chat”, 2017
Documentazione ufficiale
[4] Relatable