Voice UX Design: Boh è il mio nuovo super potere!

Dare una definizione univoca di interiezione è piuttosto difficile e quindi l’unico modo per cercare di definirla è considerare tutte le sue caratteristiche.
Le interiezioni sono parole come ah,oh,ehi,accidenti!, avanti!, ecc., utilizzate soprattutto nella lingua parlata e capaci di trasmettere il significato di una “parola-frase”. Ad esempio boh che lascia sorpresa Mary Jane in “Spider Man, Far from home”, può esprimere dubbio, indifferenza o reticenza a pronunciarsi.

Dal punto di vista morfologico  possiamo suddividere le interiezioni in proprie (dette anche univoche) e improprie (o plurivoche).

1.1 – Interiezioni proprie

Le interiezioni proprie (o univoche) sono voci prive di significato lessicale e il loro significato è sempre riconducibile a quello di una frase intera.
La caratteristica grafica più nota sono l’aggiunta del grafema h, ad esempio, compare spesso in posizione finale (in ah, mah) o all’interno della parola  stessa (in ehi). 
Talvolta è possibile ritrovare l’aggiunta di una stessa vocale o consonante (aah per lo stupore, uff, ufff per il fastidio, ohhh per la meraviglia).
L’utilizzo di una h aggiuntiva può tornare utile per evitare omografie  come nel caso di e ed eh che come sottolineato dal linguista e filologo Luca Serianni è tra le interiezioni più ricche di sfumature.
La stessa interiezione può apparire in altre lingue, ad esempio ah!,  è impiegata per esprimere stupore o dolore anche in francese, spagnolo, portoghese.
Esistono però anche interiezioni tipiche di una lingua che non si riscontrano in altre anche storicamente vicine: è il caso di hé! ignoto all’italiano e usato in francese con lo scopo di richiamare l’attenzione.

1.2 – Interiezoni improprie

Le interiezioni improprie (o plurivoche) prendono a prestito parti del discorso anche molto diverse tra loro come avverbi (bene!, fuori!), aggettivi (bravo!,giusto!), sostantivi (peccato!,animo!), verbi (zitto!,guarda!) e le utilizzano con valore esclamativo o interrogativo. Ad esempio l’espressione “gallina” è un nome di animale che stiamo usando come esclamazione, con una funzione diversa da quella di sostantivo.
Le interiezioni improprie  sono quindi parole che sono usate come interiezioni senza che questa sia la loro funzione primaria, ed in questo caso parliamo di “interiezioni secondarie”.
Le interiezioni secondarie, a differenza di quelle primarie, sono parti del discorso e le espressioni che possiamo utilizzare sono pressoché infinite. Possiamo rintracciarne alcune funzioni come l’indurre il destinatario del messaggio ad adottare un determinato comportamento  (funzione conativa o persuasiva) in espressioni come: coraggio! peccato! bravo! guarda! davvero? Un’altra funzione è controllare il canale attraverso cui si stabilisce la comunicazione (funzione fàtica) con espressioni come: pronto?desidera?

a – Un ordine

b – Un’esortazione

c – Una conferma

Per dire “Sono d’accordo!“ basta dire “Certo!“.

d – Un apprezzamento

e – Un biasimo

f – Funzione Fàtica

Il linguista russo Roman Jakobson (1896-1982), riprendendo la teoria dell’informazione di Claude Shannon (1916-2001) e Warren Weaver (1894-1978), elaborò la teoria sulle funzioni del linguaggio. Per Shannon la comunicazione è un processo composto da un’emittente ed un ricevente e da un messaggio che viene scambiato. Siccome il messaggio deve passare attraverso un canale (supporto fisico) e questo può essere affetto da rumore è necessaria una codifica di sorgente, ovvero una trasformazione del contenuto in una forma tale da renderlo più immune possibile al rumore.
Jakobson considera come fàtici i convenevoli e gli enunciati di cortesia che si  producono  nelle comuni interazioni verbali.

Gli attacchi di conversazione, in particolare quelli con cui si dà inizio ad una telefonata

La funzione fatica è orientata quindi al verificare il funzionamento del canale e a prevenire una  situazione di silenzio, che il parlante avvertirebbe come anomala.

2.0 – Pragmatico e semantico

Le interiezioni proprie e improprie possono essere classificate dal punto di vista pragmatico e da quello semantico. Dal punto di vista pragmatico, esistono quattro classi di interiezioni, classificate secondo il loro valore illocutivo (“Come fare cose con le parole”).

Invece dal punto di vista semantico si distinguono le interiezioni che riguardano lo stato delle conoscenze del parlante (ah) o il suo stato di benessere psico-fisico (ahia, ahi). Interiezioni che informano sulla riuscita di uno scopo (evviva, hurrà),  richieste di conferma (no?, vero?).

a – Espositive

La maggior parte delle interiezioni usate nella lingua italiana sono espositive, cioè che informano l’interlocutore sullo stato mentale di chi parla, l’azione o l’attitudine o la reazione a una situazione.

Stato delle conoscenze

Volessimo comunicare uno stato di sorpresa useremo: ah, ih,oh, öh, ölla,tòh,uh.

Il significato di un’interiezione può variare in base al contesto: ad esempio ah! può esprimere stupore, disapprovazione, dolore oppure può essere impiegata per richiedere una conferma o un ordine. Volessimo comunicare di aver compreso invece di dire “Ho capito“ o “Non lo sapevo“ è sufficiente dire Ah.

Se volessimo trasmettere negazione e incredulità potremmo impiegare come no e macché che ci informa che il parlante assume una certa cosa come non vera.

Stato psicofisico

Per comunicare uno stato emotivo di noia e fastidio possiamo impiegare “uff”, “uffa, “uh” che ci informa che il parlante è stanco e annoiato.

Le varianti grafiche tra un’interiezione e l’altra dipendono da ragioni espressive come nel caso di uff che a teatro può guadagnare un ulteriore f per intensificare l’idea di fastidio. Luigi Pirandello (1867-1936) nelle sue opere teatrali usava spesso le interiezioni per plasmare melodicamente l’intonazione dei dialoghi a teatro.
Volessimo esprimere uno stato emotivo di soddisfazione si può impiegare: aah, òh, òoh.

Un oh con Carlo Collodi (1826-1890), il padre di Pinocchio, può diventare un ohhh molto meravigliato.
L’interiezione aah,oltre a soddisfazione può indicare una vasta gamma di sentimenti, tra cui rimprovero, meraviglia ????, rabbia ????, desiderio, tristezza????, sorriso ????.

Invece per uno stato di esultanza: evviva, hurrà, iuhù

Fino ad adesso quasi tutte le interiezioni sono nazionali tranne urrah o hurrà che sono gridi guerreschi di origine russa giunti a noi attraverso il francese e l’inglese.

b – Esercitive di domanda

Le esercitive di domanda si possono suddividere in richieste di conferma, di dire o ripetere e di spiegazione e di azione (riguardanti il contenuto, la forza illocutiva o l’aspetto). Per una richiesta di spiegazione possiamo utilizzare beh? per avere spiegazioni sul perché si è detto o fatto qualcosa.

c – Esercitive richiestive di azione

Per richiamare l’attenzione possiamo utilizzare interiezioni come ehi, ehilà, ohè, ohilà, ahò

Spesso utilizziamo ehi seguito dal nome dell’interpellato:

Oggi l’utilizziamo anche una forma di protesta diretta a qualcuno:

La grafia “hey” è invece dovuta al modello inglese. Esiste un’altra variante “hei”, in cui si mescolano grafia inglese e italiana, ma personalmente la eviterei.
Possono esistere anche richieste di incitazione come alé, orsù, suvvia

d – Comportative

La quarta tipologia è costituita dalle interiezioni comportative, e vi rientrano i saluti, le formule augurali e di cortesia, invocazioni e imprecazioni.
Le interiezioni posso essere d’aiuto anche per comprendere lo svolgimento del discorso, ad esempio i saluti (arrivederci, addio, buonanotte, buonasera, buongiorno, ciao):

3.0 – Boh è il mio nuovo super potere

Utilizzando i tag SSML possiamo rendere la sintesi vocale text-to-speech (TTS)  più naturale dando la corretta intonazione alle interiezioni, migliorando così la user experience (UX) della conversazione.

MJ: Boh!
Peter: Cosa?
MJ: Boh, è la parola più perfetta al mondo, inventata in Italia, e l’ho appena scoperta.
Peter: che vuol dire?
MJ: è questa la cosa fica, un milione di cose. Tipo non lo so, levati di torno, non lo so e levati di torno. E’ la cosa migliore che abbiano creato a parte il caffé espresso.
MJ: Boh è il mio nuovo super potere. E’ l’antitesi di aloha. è proprio la mia parola.

Con i tag SSML possiamo riprodurre lo stato di meraviglia di Mary Jane in “Spider Man, Far from home” per aver scoperto che l’interiezione Boh può siginificare “levati di torno, non lo so e levati di torno”.

Bibliografia

Sitografia

[1] Speechcon Reference (Interjections): Italian (IT)