
2 - La cassetta delle lettere del cervello
Nel 1892 il neurologo francese Joseph-Jules Déjerine (1849-1917) riportò il caso di Oscar C. , un paziente che gli era stato raccomandato anni prima dall'oftalmologo Edmund Landolt (1846-1926), che non era in grado di leggere.
Seppur riuscendo a scrivere perfettamente, a riconoscere gli oggetti e i volti di che aveva intorno Oscar era incapace di leggere. Il neurologo Oliver Sacks (1933-2015) ci ripropone un caso analogo con lo scrittore canadese di gialli Howard Engel che non sapeva leggere. Engel racconta così l'episodio:
Da che cosa era dovuta l'alessia pura, l'incapacità di leggere,di Oscar e Howard?Quali sono i meccanismi alla base della lettura? Visual Word Form AreaLo sviluppo delle tecniche di neuroimaging avrebbero confermato la scoperta del neurologo francese fornendo informazioni sull'architettura dei processi linguisti. Ad esempio le ricerche del neuroscienziato francese Stanislas Dehaene e del suo collega Laurent Cohen suggeriscono l'esistenza di un'area per la forma visiva delle parole (Visual Word Form Area, VWFA) che si troverebbe sul fianco del solco occipito-temporale, un incavo che limita la regione fusiforme dell'emisfero sinistro.
L'indagine delle proprietà di risposta della VWFA hanno evidenziato che la presentazione della medesima parola (ad esempio: piccione) in modalità visiva ed uditiva evoca una risposta di questa regione solo nel primo caso, ma non nel secondo. Imparando a leggerePer imparare a leggere dobbiamo organizzare la nostra percezione dei caratteri per questo il sistema visivo dispone di meccanismi d’invarianza che riescono a compensarne i cambiamenti di dimensione, di posizione, di forma.
Rappresentazione che non varia quindi dalla posizione, dalla dimensione, dal tipo di font o dal tipo di scrittura. Siamo così in grado di riconoscere le lettere anche se variano di dimensione, ad esempio "O" e "o" (invarianza per dimensione) , o qualsiasi sia la loro posizione di presentazione sulla retina (invarianza di posizione o spaziale). Questo meccanismo ci permette di riconoscere una parola indipendentemente dalla sua posizione sulla pagina. La capacità di riconoscere la simmetria faciliterebbe il riconoscimento degli oggetti: in natura per un primate era un vantaggio riconoscere un albero, una tigre, un volto indipendetemente dall'angolo di rotazione in cui si presentava nello spazio. Quello che era un vantaggio in natura diventa però uno ostacolo per l'apprendimento della lettura. Imparando a scrivereQuando iniziamo a scrivere facciamo molta fatica perché ci concentriamo sul gesto grafico perché non riusciamo a padroneggiarlo. Obbligandoci così a ripeterlo. Attivando così le aree motorie (area di Exner) corrispondenti ai gesti compiuti mentre scrive o ne simula a mente l'azione. Da qui l'apprendimento motorio verrebbe trasferito "alla via visiva ventrale che riconosce gli oggetti".
Nel momento in cui il bambino inizia a scrivere acquisendo l’atto motorio relativo alla corrispondenza grafema-fonema si realizza un rinforzo tra uditivo, visivo, propriocettivo e motorio che romperebbe la simmetria ("How does literacy break mirror invariance in the visual systeme?", 2014). La scomparsa della simmetria dopo l'alfabetizzazione confermerebbe l'ipotesi del riciclaggio neuronale: la preesistenza in tutti i primati di un'area cerebrale che non si è mai evoluta per la lettura, ma che si è adattata a questo nuovo compito. Greads: bibliografia[xyz-ips snippet="paradosso-lettura"]Sitografia[1] Stanislas Dehaene, Your Brain on Books, Scientific American, 2009[2] Oliver Sacks, A Man of Letters, NewYorker, 2010 [3] Rossella Ferrari, Cervello E Complessità: Il Linguaggio, Brainfactor, 2011 References |