
Six feet under
La confusione che le persone provano nei confronti della morte cerebrale riflette secoli di confusione filosofica e medica su come definire la morte.
Metodi che vennero ben presto sostituiti dalla più funzionale osservazione della putrefazione del corpo in obitorio.Con l'invenzione e perfezionamento dello stetoscopio ed i progressi nella conoscenza medica, i medici iniziarono a convincersi di poter loro stessi sentenziare quando un cuore aveva smesso di battere. Morire dopo Harvard
Il 5 agosto del 1968, il "Journal of American Medical Association" pubblicò il rapporto di Harvard, che fissò il momento della morte non più nell'arresto cardiaco, ma nella cessazione totale delle funzioni del cervello. In accordo con questa definizione, i medici adottano attualmente altri criteri clinici come test che valutano la respirazione abbinati a test strumentali come l' elettroencefalogramma (EEG), che misura due volte in sei ore l' attività del cervello prima di decretarne la morte. La sede e il peso dell'animaCon il rapporto di Harvard mettere il cervello, e non il cuore o il fegato come per gli antichi, al centro della definizione di morte servì di riflesso a farne il protagonista della definizione di vita, di anima e di coscienza. Trapiantiamo il cervello
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