Quantified self: oltre le calorie

Quantified self: oltre le calorie

Quanto consuma davvero il mio corpo? Il filosofo René Descartes considerava il dubbio il punto di partenza di ogni conoscenza solida. Non un gesto di sfiducia, ma un metodo: mettere in discussione ciò che si crede di sapere per arrivare a qualcosa di più certo.

“Calorie in, Calorie out”: osservare, misurare, dubitare.

Da buon cartesiano, è stato questo, in fondo, il mio percorso di self-tracking: raccogliere dati sul corpo, interpretarli con attenzione e, infine, rimetterli in discussione.

“Calorie in, Calorie out”: osservare, misurare, dubitare.

Dubito ergo cogito, cogito ergo sum. René Descartes

Nel corso del mio percorso di self-tracking per rispondere a questa domanda, mi sono imbattuto nella legge di Kleiber, secondo cui un uomo adulto consuma meno energia per chilo rispetto a un neonato o a un topo ("Quantified self: quanta energia consumo davvero?". 2025). In un certo senso, ho trovato il mio posto sulla scala dell’efficienza energetica: tra un topo 🐭iperattivo e una balena🐋risparmiatrice.

Per cercare una risposta concreta, ho iniziato a registrare anche tutto quello che mangiavo su MyFitnessPal, cercando di costruire un quadro realistico delle calorie che ingerivo ogni giorno ("Dal street food al food journal: il mio percorso per cambiare abitudini alimentari", 2022). È stato un lavoro di attenzione quotidiana: pesi, etichette, codici a barre, stime via via più precise.

A quel punto ho integrato anche Grocy, un sistema ERP domestico che mi ha permesso di gestire in modo più strutturato la mia dispensa, tracciare scorte, scadenze e ingredienti, e collegare tutto alla mia alimentazione reale ("Quantified self: Grocy ERP", 2025). Insieme, questi strumenti mi hanno aiutato a trasformare la mia dieta in un sistema osservabile e quantificabile, portando la domanda “quante calorie consumo davvero?” dal piano teorico a quello quotidiano.

Così, nel 2022, ho iniziato a monitorare anche il mio dispendio energetico con Fitbit, affidandomi ai suoi algoritmi per stimare le calorie bruciate ogni giorno. Fin da subito, però, mi sono chiesto quanto potessi davvero fidarmi dei dati che registrava ("Quantified Self: l’illusione del self-tracking con Fitbit", 2025).

Ben presto ho notato discrepanze. Il dispositivo tendeva a sovrastimare le calorie bruciate🔥, o a distribuirle in modo incoerente. Un problema noto, confermato anche da diversi studi comparativi. E così, ancora una volta, mi sono ritrovato a dover rimettere tutto in discussione ("Quantified Self: dal fitness tracker al Second 🧠Brain su Notion", 2025).

Nel frattempo, avevo imparato che il dispendio calorico non si riduce al solo metabolismo basale (REE). Serve considerare tutte le componenti del TDEE, l’intero ecosistema metabolico che si attiva ogni volta che mi muovo, penso, digerisco o semplicemente sto in piedi.

Cosa significa consumare?

Quando vivevo a Barcellona (Spagna) integrare l’attività fisica nella mia vita quotidiana — non come un’eccezione, ma come un’abitudine — è stato il primo passo concreto che mi ha portato dal food street al food journal ("Dal street food al food journal: il mio percorso per cambiare abitudini alimentari", 2022).

Puntare ogni giorno ai 10.000 passi è diventato per me un gesto semplice, ma potente: una soglia simbolica, certo, ma soprattutto una strategia sostenibile per aumentare il mio NEAT (Non-Exercise Activity Thermogenesis). Spesso li raggiungevo camminando nel tardo pomeriggio lungo la spiaggia di Barcellona, lasciando che il passo seguisse il ritmo del mare.

Eppure, c’è un’ultima scoperta che rimette tutto in discussione.

Gli studi dell’antropologo Herman Pontzer ("Quema: Los descubrimientos revolucionarios sobre el metabolismo, el peso y la salud", 2023 ) mostrano che il nostro corpo non è una macchina lineare, ma un un sistema complesso ed evoluto che orchestra il suo budget energetico in modi che vanno oltre la semplice equazione "calorie in, calorie out". Anche quando aumentiamo l’attività fisica, il dispendio energetico non cresce in modo proporzionale: l’organismo si adatta, compensa, riduce altri consumi interni per mantenere l’equilibrio.

Un paradosso evolutivo, ma anche un invito a riconsiderare ciò che davvero significa “consumare”. Forse, quindi, la vera domanda non è solo quante calorie brucio al giorno.

Ma come vivo quell’energia.
E come scelgo di usarla.