
OnlyFans: da prostitute a sex workers
La sociologa Giulia Selmi, autrice del saggio "Sex Work. Il farsi lavoro della sessualità", analizza com'è cambiata nei secoli la percezione sociale delle donne che si prostituiscono, da soggetti devianti a vere e proprie sex workers. Partendo dalla morale cristiana la prostituzione è stata considerata come una devianza morale delle donne che la esercitavano, tesi rinforzata in Italia dal criminologo Cesare Lombroso e dal suo futuro genero Guglielmo Ferrero nel compendio "La donna delinquente. La prostituta e la donna normale" (1893) in utilizza per la prima volta la categoria di "prostituta-nata", ovvero il corrispettivo femminile del “criminale nato”, definendola “antropologicamente simile alla donna delinquente”. Lombroso si concentra così sullo studio dell’anatomia della donna criminale e della prostituta attraverso l’analisi comparata del cranio, del cervello, del viso, delle mani e dei piedi, del ciclo mestruale e della soglia di sopportazione del dolore. Porn WarsNel 1982 un gruppo di femministe, tra cui le due antropologhe culturali Carol S. Vance e Gayle Rubin, organizzarono al Barnard College di New York un dibattito dal titolo "Toward a Politics of Sexuality" per aprire un confronto sulla sessualità femminile. Arrivando così a scontri ideologici, che avrebbero dato luogo alle Sex Wars (anche chiamate Porn Wars), tra i sostenitori dell'anti-pornografia e pro-sex che portarono in un primo momento alla censura di molti film porno, alla rimozione di cartelli pubblicitari e all'ordinanza contro la pornografia dell'ottobre del 1984 nella città di Indianapolis sostenuta dal gruppo di femministe WAP. In seguito Lisa Duggan dal tabloid "The Village Voice" di New York avrebbe sferrato un duro colpo al femminismo anti-pornografia insinuando che l'ordinanza equivaleva a censura. A Hollywood il gruppo di femministe WAVAW riuscirono a far rimuovere il cartellone pubblicitario del nuovo album dei Rolling Stones in Sunset Boulevard, che ritraeva la modella Anita Russell, legata con delle corde, a gambe aperte, con accanto la frase I’m Black and Blue from the Rolling Stones - and I love it. Per Susan Brownmiller, giornalista e co-fondatrice di WAP, nel 1975 affermò che la pornografia aveva trasformato le donne in "giocattoli per adulti" e in "oggetti disumanizzati da usare, abusare, rompere e gettare". Due anni dopo l'attivista Robin Morgan riuscì a sintetizzare le posizioni anti-porno nell'affermazione: "la pornografia è la teoria, e lo stupro è la pratica". Infine l'attivista Catherine MacKinnon, nel suo saggio "In Toward a Feminist Theory of the State" (1989), avrebbe scritto: "la pornografia, dal punto di vista femminista, è una forma di sesso forzato, una pratica di politica sessuale e istituzione della disuguaglianza di genere". La risposta da parte delle femministe pro-sex è stata una serie di saggi in cui si sottolinea che il pensiero radicale limita la libertà di espressione della donna negandone l'autodeterminazione del corpo: la sua libera scelta e il diritto di esporlo o, anche, venderlo. Pornografia femminileNel 1983 Royalle fu fra i membri fondatori, assieme Annie Sprinkle, del Club 90 il primo gruppo di supporto per le pornostars. Da questa sua esperienza prese spunto per realizzare film porno con trame incentrate sul piacere delle donne, nell'arte della seduzione, nei preliminari e nei rapporti sessuali. Ad esempio Rites of Passion (1988) presenta uomini e donne che scoprono il piacere reciproco attraverso il sesso tantrico. In Three Daughters (1986), le sorelle esplorano la loro sessualità; anche i loro genitori di mezza età riscoprono la loro relazione erotica.
L'attivista canadese Wendy McElroy, "In XXX: A Woman's Right to Pornography" , riassumerà la prospettiva pro-sex come "i benefici che la pornografia offre alle donne superano di gran lunga i suoi svantaggi". Sex workGrazie al movimento pro-sex inizia a crescere la consapevolezza che le persone che lavorano nell'industria del sesso non sono vittime, ma persone che sanno compiere scelte autonome, personali. Per questo il sex work, che sia prostituzione, aprire un profilo OnlyFans, o girare film porno, dovrebbe essere trattato come ogni altro tipo di lavoro. Inoltre, nell'industria del sesso non ci sono solo donne, ma anche uomini, non-binary e queer in generale, aprendo così il dibattito sull'identià di genere come aveva già fatto l'antropologa Gayle Rubin. L'idea di sex work emerge dalla volontà delle prostitute di assumere un ruolo in campo politico, organizzandosi per esempio in associazioni, a dispetto del fronte abolizionista che non cessava di rappresentarle come vittime del sistema patriarcale.
Carol iniziò a diffondere la nuova parola partendo dal suo spettacolo del 1980 "The Demistification of The Sex Work Industry", ma apparve sulla carta stampata solo nel 1984 in un articolo dell’Associated Press Newsire e iniziò a diventare di uso comune solo nel 1987 con la pubblicazione della raccolta di saggi dal titolo "Sex Work: Writings by Women in the Industry" di Frédérique Delacoste e Priscilla Alexander. Coyote era un'associazione fondata dalla femminista Margo St. James (1937-2021) nel 1973, con sede in California, che si occupava dei diritti delle prostitute: fornendo servizi legali contro gli abusi e gli arresti della polizia, metteva a disposizione medici e ginecologi. In occasione della festa della mamma, due settimane dopo aver fondato Coyote, Margo ribadì il perché era nata l'associazione con un comunicato stampa: “le puttane non hanno bisogno di essere salvate da se stesse ma piuttosto dagli uomini che insistono per metterle in prigione!” .
Sitografia[1] Jacob Bernstein, How OnlyFans Changed Sex Work Forever, New York Time, 2019[2] Matilda Boseley, 'Everyone and their mum is on it': OnlyFans booms in popularity during the pandemic, The Guardian, 2020 [3] Lydia Caradonna, Bella Thorne, we sex workers need more than your OnlyFans apology – we need your allyship and action, Indipendent, 2020 [4] Ellie Harrison, Cardi B launches OnlyFans account for ‘behind the scenes content’ and ‘glimpses into personal life’, Indipendent, 2020 [5] Jon Blistein, Bella Thorne Apologizes to Sex Workers After OnlyFans Uproar, Rolling stones, 2020 [6] Giulia Marchina, Giulia Zollino, la sex worker che fa divulgazione su Instagram: «Riappropriamoci del termine “puttana”» – L’intervista, Open, 2020 [7] Claudia Ska , Giulia Zollino vuole farvi capire che la prostituzione è un lavoro come un altro, Rolling Stones, 2021 |