
I limiti del perceptron: il problema della xor
Immaginate un cane che intento ad inseguire una lepre si ritrovi davanti ad un trivio e debba decidere quale percorso abbia scelto la sua preda.
Questo per gli stoici sarebbe un esempio di ragionamento detto del "quinto indimostrabile" ossia la dimostrazione della regola della disgiunzione esclusiva (XOR) che risulta vera solo se uno dei disgiunti è vero , (1+0=1;0+1=1) dunque escludendo che lo siano entrambi (0+0=0; 1+1=0).
I limiti del perceptron Il perceptron venne discusso criticamente da Marvin Minsky e Seymour Papert nel libro “Perceptrons: an introduction to Computational Geometry” del 1969 dimostrando che la classe di funzioni che era in grado di discriminare era limitata alle forme linearmente separabili. La ridotta capacità computazionale del perceptron determinò una perdita di interesse sull'argomento per più di 10 anni ponendo fine a ciò che il matematico Douglas Hofstadter, autore di “Godel, Escher e Bach”, aveva definito come l'età dell'oro del sogno booleano dell'intelligenza artificiale. Fu solo attraverso lo sviluppo delle reti multistrato (MLP) e dell'algoritmo di retro-propagazione dell'errore (EBP), introdotto dal connessionismo nel 1986 ,che si riaccese l'interesse per le reti neurali artificiali. Bibliografia |