Rientrato da pochi giorni in Colombia, ho avuto la piacevole sorpresa di scoprire che anche il mio caro amico Gianluca Orlandi era temporaneamente a Medellìn. Gianluca è un digital nomad dal 2009: ha lasciato la sua Como natale e un lavoro sicuro per inseguire il sogno di viaggiare. Dopo aver vissuto in numerosi paesi – dalla Spagna alla Thailandia, passando per Londra e il Messico – ha trovato nella Colombia una seconda casa, dividendosi tra Medellín e Madrid.
Free tour alla Comuna 13
Durante la sua breve permanenza, mi ha proposto di unirci a un “free tour” della Comuna 13 (San Javier) con una guida locale prenotata attraverso la piattaforma Civitatis. Per partecipare al tour, basta raggiungere la stazione della metropolitana di San Javier da qualsiasi punto della città, poiché è da lì che inizia il percorso. Da questa stazione si prende un autobus dal costo di 2.000 COP che percorre un breve tratto fino all’ingresso della Comuna 13.
È importante precisare che il termine “free” in questo contesto non significa completamente gratuito, ma si basa sul concetto di “pay what you want” con un contributo minimo suggerito di 35.000 COP (circa 8 euro). Questo contributo è fondamentale per sostenere il lavoro degli organizzatori e delle guide locali che rendono possibile questa esperienza.
Operazione Orion e Mariscal
Questa era un’opportunità per osservare da vicino la trasformazione del barrio (“quartiere”), attraverso gli occhi di una guida che, all’età di soli 10 anni, aveva vissuto in prima persona l’Operazione Orión. Questa operazione militare, condotta nella notte tra il 16 e il 17 ottobre 2002, fu autorizzata dal presidente colombiano Álvaro Uribe Vélez (in carica dal 7 agosto 2002 al 7 agosto 2010), con l’obiettivo dichiarato di liberare la zona dalla presenza dai paramilitari dell’ELN, delle FARC e dei Comandos armados del pueblo (CAP). Per eseguire l’operazione furono mobilitati circa 1.500 militari e agenti di polizia, supportati da carri armati ed elicotteri da guerra.Tuttavia, la foto del reporter Jesús Abad avrebbe rivelato la partecipazione dei paramilitari a quell’operazione.

Per le autorità civili e militari, l’Operazione Orión fu celebrata come il trionfo dello Stato sulla criminalità, così come dichiarò all’epoca il sindaco Luis Pérez Gutiérrez.
La realtà, però, racconta un’altra storia: il bilancio dell’intervento fu devastante. L’operazione si concluse con 80 civili feriti, 17 vittime causate dalle forze dell’ordine, 71 persone assassinate dai paramilitari, 12 persone torturate, 92 sparizioni forzate e 370 arresti. Secondo le testimonianze, i cadaveri delle vittime furono gettati in “La Escombrera”, considerata una delle fosse comuni più grandi della Colombia, situata sulle montagne nei pressi della Comuna 13.

Solo nel dicembre 2024, dopo anni di richieste da parte dei familiari dei desaparecidos e di organizzazioni per i diritti umani, sono stati rinvenuti i primi resti umani in questa zona.
L’anno successivo all’operazione Orion, il governo lanciò un’altra operazione, Operazione Mariscal, per completare il lavoro. Queste due operazioni furono cruciali per estirpare il controllo delle bande criminali, ma lasciarono ferite profonde nella comunità.
Graffitour
Dopo quegli eventi tragici, come ci racconta la guida la comunità decise di trasformare il dolore in arte: nacque così il movimento artistico e culturale che oggi caratterizza la zona.
Durante il tour, la guida locale ci ha illustrato il significato di uno dei graffiti più emblematici, realizzato nel 2015, che racconta la storia di quanto accaduto nell’ottobre del 2002 senza rappresentare direttamente sofferenza, armi, sangue e violenza.

Ogni elemento del graffito ha un significato simbolico che commemora quegli eventi. I due uccelli rappresentano gli elicotteri, mentre i due scarabei simboleggiano i carri armati.
I colori armoniosi trasmettono un messaggio di speranza. È possibile distinguere una mano, quella del governo, che introduce l’Operazione Orión. Infine, i dadi evocano l’incertezza del momento, poiché non era chiaro se sarebbero riusciti a far uscire le persone che intendevano salvare.
Scale mobili
Una delle caratteristiche più iconiche della Comuna 13 sono le scale mobili, una soluzione innovativa per un quartiere costruito tra le montagne. In passato, gli abitanti erano costretti a percorrere centinaia di scalini ogni giorno, affrontando un percorso faticoso e poco accessibile.
Nel 2012, l’installazione delle prime scale mobili all’aperto ha rivoluzionato la mobilità della comunità, rendendo gli spostamenti più semplici, veloci e meno faticosi.

Questo progetto, realizzato con un investimento di circa 4 milioni di dollari, ha sostituito 350 scalini, migliorando notevolmente la qualità della vita degli abitanti e incentivando il turismo. Oltre alle scale mobili, la costruzione di nuove linee di metrocable ha ulteriormente facilitato i collegamenti tra la Comuna 13 e il resto della città, garantendo un accesso più rapido ai servizi e contribuendo alla trasformazione del quartiere in un’area più inclusiva e accessibile.
Parque del Niño
Un altro luogo simbolico che la guida ci ha mostrato è stato il Parque del Niño, dedicato a Sergio Céspedes.
Nel 2012, durante l’inaugurazione delle scale mobili, Sergio Céspedes, un bambino di 10 anni, fu tragicamente colpito da un proiettile vagante, nel mezzo di uno scontro tra la polizia e un gruppo armato della zona. Questo parco rappresenta non solo il ricordo di Sergio, ma anche un simbolo di resilienza e speranza per la comunità.

Per onorare la sua memoria e trasformare il dolore in un messaggio di speranza, la comunità ha deciso di installare uno scivolo per bambini, simbolo dell’infanzia, della resilienza e della speranza in un futuro migliore.
Un’esperienza che apre gli occhi
Trascorrere una giornata nella Comuna 13 di Medellín è un’esperienza che può davvero aprire gli occhi sulla storia recente della Colombia e sulla sua incredibile trasformazione.

È possibile visitarla anche senza una guida, ma è fortemente consigliato partecipare a un tour con un abitante del posto. Non perché il quartiere sia pericoloso, ma perché solo una guida locale può raccontare con autenticità la sua evoluzione, dagli anni delle guerriglie e dei conflitti armati fino alla rinascita culturale e artistica che lo caratterizza oggi.