Robocup: intenzionalità

In che modo siamo in grado di capire,
descrivere, prevedere gli atteggiamenti,
le attività dei nostri simili, gli esseri umani?

“L’atteggiamento intenzionale”, D. Dennett

Mi capita spesso di perdermi nei miei pensieri e di recente al Witlab osservando i ragazzi del Liceo Rosmini , prepararsi per la RoboCup ,costruendo il loro “line follower robot” (LFR), mi sono ricordato  della metafora del filosofo Daniel Dennett del “muovere presto la regina”.

intenzionalitaRobotCup
Line follower robot

L’intenzionalità per Dennett sarebbe qualcosa che noi attribuiremo  a certi tipi di sistemi che esibiscono comportamenti sufficientemente complessi, allo scopo di descriverne e predirne meglio il comportamento. In una celebre metafora Dennett ci chiede di immaginare che un computer giochi a scacchi esibendo una strategia che noi descriveremo come di “muovere presto la regina”, andando però a controllare il listato del codice del programma non ci sarebbe questa istruzione , ma solo un’epifenomeno. Allo stesso modo in cui nel LFR ,programmato in Python e Open-Cv, non ci sarebbe l’intenzione  “segui linea”, ma solo una discriminazione fra pixel bianchi e neri.

Tipologie di linea
Tipologie di linea

L’atteggiamento intenzionale funzionerebbe quindi anche per gli oggetti artificiali come ad esempio il termostato che blocca la caldaia quando giunge a “credere” che la stanza abbia  la temperatura desiderata. Per Dennett “non esiste alcun momento magico nel passaggio da un semplice termostato a un sistema che possiede realmente una rappresentazione interna del mondo circostante”.
L’intenzionalità non sarebbe quindi intrinseca, come afferma il filosofo John Searle, ma solo una proprietà adattiva dell’organismo, concetto che viene ribadito anche nell’opera “Rompere l’incatesimo”:

“L’atteggiamento intenzionale è una prospettiva utile per un animale che vive in un mondo ostile, perché nel mondo ci sono cose che potrebbero volerlo aggredire, avendo credenze riguardo alla sua posizione e direzione”

Dennett propone una ridefinizione del termine “intenzionalità” in una prospettiva evoluzionistica perché come specie avremmo la capacità di “trattare l’oggetto di cui si vuole prevedere il comportamento come un’agente razionale” attribuendogli una serie di ​ “credenze ”, ipotizzando i suoi “desideri” e infine deducendone il comportamento razionale.

 

Bibliografia

[0] D. Dennett, L’atteggiamento intenzionale,Il Mulino, Bologna, 1993
[1] D. Dennett, Coscienza. Che cosa è? , Laterza, Bari, 2012
[2] D. Dennett, Rompere l’incantesimo, Cortina Raffaello, Milano, 2007